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Comunicati stampa

Premio letterario "Donna" 2011. Martedì 8 marzo la cerimonia di premiazione delle opere in concorso, con la partecipazione della scrittrice campana Licia Giaquinto. Teatro Sociale. Ingresso libero.

sab 05 mar, 2011

Martedì 8 marzo alle ore 18.30 nel teatro Sociale, a Fasano, si svolgerà la cerimonia di premiazione del concorso letterario “Donna” organizzato dal locale Cif (Centro italiano femminile) col patrocinio del Comune di Fasano e dell’Ufficio scolastico regionale. All’incontro (ingresso libero), condotto dal giornalista Vito Giannulo del tg3 pugliese della Rai, parteciperà la scrittrice campana Licia Giaquinto che sarà intervistata proprio da Giannulo. Introdurranno l’appuntamento Maria Martellotta, presidente del locale Cif, il sindaco Lello Di Bari e l’assessore alle Attività culturali, Antonio Scianaro.
Il concorso letterario, giunto alla XXIII edizione, ormai vanta la partecipazione di concorrenti (con raccolte inedite di poesie) provenienti da tutta Italia. E martedì, durante la premiazione delle migliori tre classificate, al pubblico in sala verrà distribuito l’opuscolo con i testi vincitori di questo 2011.
Licia Giaquinto è scrittrice campana (attualmente, vive fra Bologna e Amalfi) la cui ultima fatica letteraria è “La ianara”, romanzo edito da Adelphi. Vi si racconta di Adelina, divenuta ianara (una sorta di strega, nella leggenda popolare dei borghi) che, come chiarisce il risvolto di copertina del libro, “ha un destino segnato: quello di diventare ianara, come sua madre, come sua nonna. Al pari di loro, sarà in grado di attraversare ogni porta, anche quella che separa la vita dalla morte. E sarà dannata. Vivrà sui monti dell’Irpinia – una terra apparentemente remota dal resto dell’Italia – come una bestia selvatica; gli uomini e le donne verranno a supplicarla di aiutarli quando avranno bisogno di curarsi, di vendicarsi, o di liberarsi di un figlio non voluto – e la schiveranno come la peste se oserà avvicinarsi alle loro case. Per sfuggire al suo destino Adelina attraverserà «paesi, boschi e campagne», finché non giungerà in vista di un grande e magnifico palazzo: vi entrerà come l’ultima delle sguattere e – sorta di funebre, allucinata Jane Eyre, schiava amorevole e possessiva fino al delitto – servirà e accudirà con assoluta, cieca fedeltà il signore di quel luogo”.

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