Le popolazioni di Puglia per esercitare l’agricoltura, più degli altri hanno dovuto trasformare il territorio e le Masserie sono le testimonianze irripetibili di questa trasformazione, sia dell’evoluzione architettonica, sia della organizzazione sociale ed economica della storia di Puglia.
Segno inconfondibile, con la loro mole, spesso bianca di calce, tra il verde cangiante della distesa di ulivi, sono patrimonio di inestimabile valore culturale.
Gli insediamenti rurali (castra - casali), anche in zone incolte, furono senz’altro favoriti dai Normanni che, verificando il sistema difensivo dell’intero loro territorio, realizzarono tutta una serie di fortificazioni.
Ad essi si Affiancarono gli ordini religiosi che, nella stessa epoca divennero feudatari con il controllo di territori vastissimi, assicurando alle popolazioni rurali sia il sostegno spirituale che quello di organizzazione dell’attività agricola.
Per spiegare il sorgere delle masserie dobbiamo citare ancora le masserie regie e il fenomeno della transumanza che con l’istituzione della Dogana delle pecore nel 1500, a Foggia, portò a diversificare le “masserie da pecore”, legate al movimento delle greggi e quindi caratterizzate da edifici adibiti a ricoveri per gli animali e trasformazione dei prodotti caseari, da quelle “da campo” connotate da attività agricole quali, soprattutto nella nostra zona, coltivazioni arboree di ulivi, mandorli e carrubi.
Ogni masseria poi è inequivocabilmente una struttura architettonica extraurbana e quindi realizzata con caratteristiche sufficienti a garantire l’incolumità dei suoi abitanti: caditoie, garitte pensili, camminamenti protetti, feritoie, mura di cinta, fossato, ponte levatoio ecc.
Veri e propri centri di vita autonoma e autosufficiente, la loro organizzazione degli spazi si evolveva con il cambiare delle esigenze, ma sempre rispettando il nucleo originario costituito molto spesso dalle torri fortificate che Alfonso V d’Aragona aveva fatto edificare lungo la costa pugliese.
Gli studiosi hanno cercato di sintetizzare le caratteristiche di ogni masseria in almeno 5 tipologie: torre-masseria, masseria con torre, masseria fortificata senza torre, masseria-castello, masseria senza fortificazioni.
Pur costrette in categorie, ogni masseria ha una vasta autonomia compositiva che ne fa un esempio unico e il territorio fasanese ne è uno splendido catalogo.
Il frantoio-trappeto delle masserie fasanesi acquista una particolare importanza; si caratterizza per essere ipogèo, interamente scavato nella roccia, e in alcuni casi è lo stesso frantoio dei villaggi rupestri, poi inglobato nella masseria, che diventa così la naturale evoluzione del vivere delle polazioni rurali, dalle abitazioni ipogèe al nucleo organizzato della masseria.
Negli ultimi due secoli con l’evoluzione del paesaggio agrario e delle condizioni socio-economiche delle popolazioni pugliesi le masserie, pur rimanendo strutture essenziali del sistema agricolo, subiscono grandi trasformazioni nel loro uso.
Oggi, per le nuove esigenze organizzative del lavoro agricolo e soprattutto per l’enorme mobilità della forza-lavoro, non sono più utilizzate nella loro interezza, per questo lo sviluppo dell’agriturismo e della ricettività in masseria permette validamente una rivitalizzazione degli spazi e la salvaguardia di questi veri e propri monumenti al lavoro e alla sapienza degli uomini.