DAL PRG AL PUG: COSA CAMBIA?
Il Piano Urbanistico Generale (PUG) introdotto dalla LR 20 del 27 luglio 2001 è uno strumento radicalmente diverso dal Piano Regolatore Generale sia nella impostazione concettuale e metodologica, sia nei contenuti e negli effetti programmatori. Questa diversità è ampiamente illustrata nel "DRAG Indirizzi, criteri e orientamenti per la formazione del Piano Urbanistico Generale”, documento elaborato dalla Regione Puglia che costituisce la base operativa per la redazione degli strumenti di pianificazione comunale.
PRIMA: IL PRG (Piano Regolatore Generale)
Uno strumento astratto percepito come distante dalla vita quotidiana e finalizzato a indicare in modo didascalico dove realizzare nuove costruzioni e infrastrutture senza un discrimine tra orizzonti di pianificazione remoti e ravvicinati.
Una previsione di sviluppo realizzata sulla base di rigidi calcoli matematici, previsione che spesso si è rivelata infondata e sovradimensionata rispetto alle condizioni socioeconomiche reali.
Un progetto di territorio e di città indifferente alla fisicità e alle caratteristiche del territorio e dei suoi elementi.
Un processo senza termini definiti di approvazione che spesso ha portato in approvazione soluzioni urbanistiche disegnate molto tempo prima della loro effettiva possibilità di attuazione
ORA: IL PUG (Piano Urbanistico Generale)
Maggiore attenzione alla specificità dei luoghi e ai caratteri fisici, storici, materiali e culturali: il PUG è costruito sulla base di una conoscenza attenta del territorio che viene raccontata nel DPP- Documento Programmativo Preliminare.
Cooperazione e coordinamento delle scelte progettuali con gli altri enti che governano il territorio: il percorso di formazione del PUG prevede l'organizzazione delle Conferenze di Copianificazione, momenti di confronto che coinvolgono tutti gli enti e amministrazioni coinvolti a vario titolo nella redazione del piano. Questo consente di superare l’approccio gerarchico tipico del PRG in favore della cooperazione interistituzionale (copianificazione).
Coinvolgimento della comunità per includere nel piano le conoscenze di cui gli abitanti sono portatori e per garantire la trasparenza delle scelte
Certezza delle tutele e flessibilità delle previsioni. Il PUG è costituito di Previsioni dette "Strutturali", che riguardano la tutela e la valorizzazione degli elementi identitari del territorio, e di Previsioni dette "Programmatiche" che disciplinano l'esistente e le trasformazioni territoriali nel breve e medio periodo. Queste ultime sono oggetto di periodico aggiornamento sulla base dell'evoluzione del contesto territoriale, sociale ed economico.
Valutazione preventiva degli effetti del piano sull'ambiente attraverso la Valutazione Ambientale Strategica (VAS), una procedura pubblica e trasparente utile a orientare le scelte del piano verso la sostenibilità ambientale.
Valorizzazione della riqualificazione rispetto alla espansione urbana. Il DRAG (Documento Regionale di Assetto Generale dispone precise direttive volte a disegnare PUG che mirino a favorire la riqualificazione rispetti alla espansione urbana.
IL GLOSSARIO DEL PUG
Bilancio urbanistico: stato di attuazione dei piani in vigore (generali e esecutivi) e delle eventuali pianificazioni di settore (piano del traffico, dei servizi, del commercio, per l’installazione di impianti eolici, piani di gestione dei Siti Natura2000 ...), nonché delle politiche territoriali (programmi e progetti) in atto in ambito comunale.
Biodiversità: diversità biologica, ossia indice di diversificazione delle specie vegetali e animali che popolano un determinato ecosistema. Ogni tipo di ecosistema ha una propria diversità ottimale, legata alla propria evoluzione. In generale, più elevato è il numero di specie, più alte sono le possibilità di riproduzione dell'ecosistema. La biodiversità ha acquisito grande importanza in seguito alla progressiva scomparsa di specie vegetali e animali e della "semplificazione" degli ecosistemi, dovute all’eccessivo sfruttamento delle risorse.
Carta tecnica: carta topografica ottenuta per aerofotogrammetria, e dunque assai precisa e ricca di dati tecnici numerici. Solitamente la carta a grande scala descrive gli oggetti rappresentati nei rapporti 1:500, 1:1.000 e 1:2.000, ed è usata per la rappresentazione di centri abitati e città; la carta a media scala descrive il territorio nei rapporti 1:5.000 e 1:10.000; nelle carte a piccola scala gli oggetti rappresentati sono piccoli rispetto la realtà (1:25.000, 1:50.000 e successive)
Contesti territoriali (articolati in Contesti urbani e Contesti rurali: vedi voci relative): parti del territorio connotate da uno o più specifici caratteri dominanti sotto il profilo ambientale, paesistico, insediativo, infrastrutturale, e da altrettanto specifiche e significative relazioni e tendenze evolutive.
Contesti urbani: parti del territorio ove dominano gli insediamenti, definiti in base a valutazioni integrate sulle caratteristiche fisiche e funzionali delle risorse insediative, sul grado di compiutezza e qualità dell’insediamento, sulle tendenze di trasformazione e le relative problematiche.
Contesti rurali: parti del territorio ove i caratteri dominanti sono quelli paesistico-ambientali e/o produttivi, anch’essi articolati in base a considerazioni integrate di tipo ambientale, paesaggistico, produttivo/colturale e/o insediativi.
Cooperazione interistituzionale (o copianificazione): orientamento sinergico e convergente dei diversi soggetti istituzionali competenti (Enti locali, Regioni, Stato e altri Enti pubblici), non più legati da un rapporto gerarchico, per la realizzazione di progetti comuni (v. art. 2, lett. a, L.R. 20/2001). Nel processo di pianificazione, la cooperazione interistituzionale, comunemente definita co-pianificazione, è volta soprattutto a concordare le tappe significative del processo di formazione del piano, condividere conoscenze, metodi e indirizzi di piano, facilitare l’acquisizione di pareri da parte degli Enti competenti.
Invarianti strutturali: significativi elementi storico-culturali, paesistico-ambientali e infrastrutturali, caratterizzati dalla stabilità e dalla non negoziabilità dei valori nel medio-lungo termine. Detti elementi storico-culturali, paesistico-ambientali e infrastrutturali assicurano rispettivamente l’integrità fisica e l’identità culturale del territorio, e l’efficienza e la qualità ecologica e funzionale dell’insediamento.
Partecipazione civica: la partecipazione civica mira essenzialmente a coinvolgere i/le cittadini/e nel processo di formazione e attuazione del piano, sia per tener conto del sapere dell’esperienza, di cui sono portatori gli abitanti, sia per garantire la trasparenza delle scelte (v. art. 2, lett. a, L.R. 20/2001). Il coinvolgimento può essere praticato in vari modi: mediante l’informazione, l’ascolto, la consultazione, l’organizzazione di forum, laboratori, incontri pubblici, e altre forme di comunicazione e interazione adatte ai contesti locali.
Perequazione urbanistica: Principio applicato nella pianificazione per conseguire fondamentalmente due risultati: la giustizia distributiva nei confronti dei proprietari di suoli interessati da trasformazioni insediative e la formazione, senza espropri e spese, di un patrimonio pubblico di aree a servizio della collettività
Piano dei servizi: Piano settoriale finalizzato a garantire una dotazione di attrezzature, servizi e spazi pubblici e di uso pubblico, adeguata per quantità, qualità, fruibilità e accessibilità, alle esigenze della popolazione residente stabilmente o presente temporaneamente nel territorio comunale nell’arco temporale di riferimento del piano. Il piano dei servizi deve comunque assicurare la dotazione minima, inderogabile, di superfici per spazi pubblici o riservati alle attività collettive, a verde pubblico o a parcheggio per gli insediamenti residenziali e produttivi (art. 3, 4 e 5 del DIM 1444/68).
Previsioni strutturali: Parte del PUG volta a disciplinare i modi di perseguimento degli obiettivi di sostenibilità ambientale e territoriale, di salvaguardia e protezione dell’ambiente e della salute e di tutela e valorizzazione delle invarianti strutturali del territorio, a definire grandi scelte di assetto di medio-lungo periodo e a dettare indirizzi e direttive per la componente programmatica e per la pianificazione attuativa.
Previsioni programmatiche: Parte del PUG volta a definire obiettivi specifici e a disciplinare le trasformazioni territoriali e la gestione dell’esistente, in coerenza con le previsioni strutturali e con le capacità operative locali di breve-medio periodo.
Programmi complessi: sono così definiti alcuni programmi di intervento in ambito urbano e territoriale introdotti in Italia nel corso degli anni novanta (Programmi Integrati di Intervento, Programmi di Recupero Urbano, Programmi di Riqualificazione Urbana, Contratti di Quartiere, Programmi di Recupero Urbano e Sviluppo Sostenibile del Territorio). Essi sono caratterizzati dalla presenza di più canali di finanziamento (pubblici e privati), di più settori di intervento (interventi fisici riguardanti l’edilizia residenziale, i servizi, le infrastrutture, ma anche interventi di carattere sociale ed economico), di più attori (pubblici e privati). Si tratta, quindi, di programmi che assumono una forma integrata di azione e che per questo vengono spesso definiti anche “programmi integrati”.
Quadri interpretativi: ricomposizione delle ricognizioni delle risorse effettuate nella fase di costruzione del sistema delle conoscenze, che integri i diversi elementi territoriali considerati in modo tale da restituire i caratteri dominanti dei luoghi sotto il profilo ambientale, paesistico, insediativo, infrastrutturale, le reciproche relazioni e le tendenze di trasformazione (vedi voce Contesti territoriali).
Rapporto Ambientale: la valutazione ambientale strategica comporta la redazione di un "Rapporto Ambientale” in cui siano individuati, descritti e valutati, anche in una “Sintesi Non Tecnica” accessibile al più vasto pubblico, gli effetti significativi che l’attuazione del piano potrebbe avere sull’ambiente nonché le ragionevoli alternative alla luce degli obiettivi e dell’ambito territoriale del piano.
Reti ecologiche: strategia di tutela della diversità biologica e del paesaggio fondata sulla connessione di aree di rilevante interesse ambientale-paesistico in una rete continua. Una rete ecologica è tipicamente costituita da nodi e corridoi, oltre che aree tampone e aree di riqualificazione ambientale. Un elemento rilevante del concetto di rete ecologica è l’interconnessione delle scale geografiche, dall’ambito locale all’area vasta, fra reti di piccole dimensioni e reti ecologiche basate su nodi e corridoi a scala regionale, nazionale e transnazionale.
Scoping: fase iniziale della Valutazione Ambientale Strategica finalizzata a determinare le problematiche più rilevanti da indagare nella valutazione, i contenuti del Rapporto Ambientale (v. specifica voce) e le modalità di elaborazione. Essa pertanto deve individuare con chiarezza i problemi e gli interessi rilevanti, le informazioni necessarie alla VAS, la struttura del processo valutativo e le modalità di coinvolgimento dei soggetti interessati e della più vasta società.
Sistema delle conoscenze: insieme sistematico di dati, informazioni, indicazioni, acquisito grazie al contributo di competenze specialistiche e degli/lle abitanti, finalizzato alla ricognizione delle risorse del territorio e essenziale per fondare gli obiettivi e le scelte del piano su documentati e condivisi elementi di analisi e valutazione. Un sistema delle conoscenze continuamente aggiornato consente di guidare l’attuazione e l’eventuale revisione del piano sulla base della valutazione della coerenza degli esiti rispetto agli obiettivi.
Sistema Informativo Territoriale - SIT (o Geographic Information System - GIS): sistema informatico che consente di raccogliere, memorizzare, modificare e rappresentare con i relativi riferimenti geografici i dati necessari alla conoscenza del territorio
Valutazione d’incidenza: procedura prevista dal DPR 120/2003, concernente l’attuazione delle Direttive 92/43/CEE e74/409/CEE, relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonché della flora e della fauna selvatiche. E’ riferita a piani e progetti riguardanti i proposti Siti di Importanza Comunitaria (pSIC) e le Zone di Protezione Speciale (ZPS), elementi costituenti la Rete Natura2000 dell’Unione Europea. In Puglia, tale procedura di valutazione è disciplinata dalla L.R. 11/2001 e dalla Deliberazione di G. R. 14 marzo 2006, n. 304 (Atto di indirizzo e coordinamento per l’espletamento della procedura di valutazione di incidenza).
Valutazione Ambientale Strategica: Introdotta dalla direttiva comunitaria 2001/42/CE del 27 giugno 2001, è parte integrante anche del processo di elaborazione e approvazione del PUG finalizzata a verificare in modo esplicito la coerenza delle scelte di piano con gli obiettivi di sostenibilità dello sviluppo del territorio. Essa è procedura utile a individuare preventivamente gli effetti ambientali e sociali derivanti dall'attuazione delle scelte di piano e a discuterne con gli altri enti e il pubblico sulla base di sistematiche informazioni e valutazioni.