Il sindaco di Fasano, Francesco Zaccaria, comunica quanto segue:
«Stiamo analizzando le motivazioni della sentenza, perché ricorreremo senza alcuna esitazione al Consiglio di Stato. L'imposta di soggiorno non è un balzello contro le strutture alberghiere, che svolgono il ruolo di agenti contabili: raccolgono dal turista e versano al Comune. Esattamente come succede ai fasanesi quando vanno in vacanza fuori.
Federalberghi non dice il vero quando lamenta l'assenza di confronto: l'anno scorso abbiamo avuto ben tre incontri, dopo i quali abbiamo accettato di abbassare l'imposta nei mesi di gennaio, febbraio e marzo, di dimezzare i giorni di applicazione da 14 a 7, di introdurre i bonus per i gruppi numerosi, e di ridurre alcune delle tariffe in vigore l'anno precedente.
L'imposta di soggiorno è un contributo chiesto al turista per fruire delle nostre bellezze, e per sostenere l'aumento dei costi che una presenza così numerosa inevitabilmente produce per la collettività: Federalberghi nonostante il confronto e le modifiche concordate ha preferito continuare il contenzioso e la polemica che ritiene, evidentemente, più importante di una più fattiva collaborazione sul versante della lotta all'abusivismo. Attività che abbiamo iniziato con l'internalizzazione del servizio tributi e che ha già prodotto importanti risultati.
Dopo aver compreso le motivazioni della sentenza avvieremo nuovamente il confronto, esattamente come è avvenuto l'anno scorso.
Federalberghi consideri che il turismo a Fasano è fatto anche di lavoratrici e lavoratori, che sudano tutti i giorni per dare benessere ai nostri ospiti e sostentamento alle proprie famiglie, e che noi vogliamo tutelare ».